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Cambio del personale all’Asp

"Ci hanno letteralmente cacciati dalla struttura". È lo sfogo, neanche tanto celato, di alcuni ex lavoratori dell’Asp “Angela Maria Sgobba” oggi senza lavoro dopo che una nuova azienda ha assunto la gestione del personale della struttura. Il 9 marzo scorso la Società Coopertativa "Innotec" di Molfetta ha ricevuto l’affidamento dei servizi sociosanitari della ex opera pia e ha deciso di sostituire 13 dei 17 dipendenti che vi lavoravano. Gli stessi ex dipendenti, loro le dichiarazioni rilasciate al NOCI gazzettino, raccontano quanto avvenuto la notte tra domenica 8 e lunedì 9 marzo scorso in cui, a loro dire, i nuovi dipendenti sarebbero entrati in struttura chiedendo l’abbandono immediato del posto di lavoro al personale che in quel momento stava osservando il turno di notte. Ne sarebbe scaturito un confronto per cui sono dovute intervenire le Forze dell’Ordine per sedare gli animi. Il tutto sembrerebbe il frutto di una non tempestiva comunicazione tra la cooperativa "San Nicola", che gestiva il servizio, e la subentrante vincitrice della gara d’appalto.

Dagli atti risulterebbe che, a seguito dell’espletamento del bando di gara e prima dell’affidamento reale, l’Asp avesse convocato un tavolo di concertazione per il 4 marzo scorso invitando tutte le parti, comprese le sigle sindacali, le quali però non si sono presentate unitamente al legale rappresentante della cooperativa "San Nicola" in qualità di azienda uscente. Di tutto questo sembra che i dipendenti non ne sapessero nulla e che non potessero immaginare quanto stesse per accadere. Infatti a seguito del verbale dell’incontro la "Innotec" invia alla cooperativa "San Nicola" e alle sigle sindacali una nota con cui comunica che assumerà solo quattro dei 17 dipendenti in virtù della clausola di salvaguardia sociale, ovvero: un’infermiera professionale, un’assistente sociale, un’ausiliaria e un OSS (Operatore Socio Sanitario). La stessa comunica inoltre, ed è qui che scoppia la rabbia degli ex dipendenti, che per otto di loro si parla di “mancato gradimento” senza che questi, dichiarano ancora gli ex dipendenti, abbiano mai ricevuto lettere di richiamo, ammonimenti o espulsioni dalla sede. In più, nella stessa nota, "Innotec" dichiara di subappaltare i servizi generali ad un’altra azienda e che quindi non assorbirà il cuoco, l’aiuto cuoco, due ausiliari di cucina e un addetto alla lavanderia.

"Si può fare una cosa del genere - si chiedono gli ex dipendenti – senza che il nuovo personale conosca le patologie degli ospiti, senza aver fatto un periodo di affiancamento? E si può lasciare in mezzo a una strada tanti lavoratori di cui molti con nucleo familiare monoreddito?". Gli stessi hanno così deciso di fare fronte comune appellandosi a dei legali. "Non è possibile identificare allo stesso modo la situazione dei dipendenti coinvolti – dice l’avvocato Josè Mottola che cura una parte della pratica – per alcuni vi sono situazioni che riguardano mancati titoli abilitativi e contratti a tempo determinato ormai scaduti il 31 dicembre 2019 e non rinnovati. Oltre che va provata la causa di “non gradimento” da parte della ditta subentrante. Per questo la situazione va valutata lavoratore per lavoratore".

Si defila sull'argomento il sindaco Domenico Nisi: "Sugli atti amministrativi dell’Asp Sgobba – dice il primo cittadino – l’Amministrazione comunale non può intervenire direttamente. Possiamo svolgere attività di controllo in tema di struttura e assistenza sociosanitaria e intervenire per garantire i livelli assistenziali minimi, ma sugli atti amministrativi l’azienda decide da sé. Le strutture che derivano dai cosiddetti “enti morali” godono di autonomia giuridica e amministrativa e per tale motivo – chiosa Nisi – non possiamo intervenire negli atti aziendali. Difatti non è l’amministrazione comunale a bandire le gare d’appalto, né possiede quote societarie dell’asp che si comporta a tutti gli effetti come un’azienda privata". Un caso questo che, nonostante il coronavirus, farà discutere.       

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